La scelta della lente progressiva dipende dalla correzione ottica del soggetto, dalle sue esigenze e abitudini e dal suo stile di vita.
Per questo motivo è importante svolgere l’ anamnesi, cioè parlare con il soggetto e capire le sue richieste e le sue aspettative.
A seconda del potere ottico scegliamo il materiale con l’ indice di rifrazione più adatto per contenere lo spessore e il peso.
Inoltre, per delle gradazioni ottiche molto diverse tra i due occhi, per le anisometropie e antiametropie, o per gli astigmatismi elevati, si preferiscono le lenti progressive personalizzate e lavorate freeform, mentre per una correzione ottica più semplice si può scegliere anche una lente multifocale standard, ma dobbiamo chiarire che in questo caso le prestazioni visive saranno inferiori.
Infatti le lenti multifocali standard non personalizzate hanno i campi visivi più stretti, le zone aberrate più grandi e i passaggi tra le varie aree di visione sono più bruschi.
Bisogna considerare i parametri della montatura utilizzata, come l’ angolo pantoscopico o l’ avvolgimento, perché anche questi influiscono sulle zone di visione nitide, sul canale di progressione, sulle aberrazioni laterali e quindi sul risultato visivo finale.
Questi parametri condizionano la scelta e la personalizzazione della lente.
È importante controllare l’ occhiale precedente del soggetto e ricavare le informazioni utili, ad esempio se è un monofocale o un progressivo, e in quest’ ultimo caso bisogna controllare il tipo e la geometria delle lenti multifocali, il loro potere ottico, la loro centratura e il montaggio, la lunghezza del canale di progressione e l’ addizione.
Per prescrivere il disegno, la geometria e il canale di progressione giusto, misuriamo la ametropia del soggetto, osserviamo la sua postura e chiediamo quali sono le sue priorità visive, le sue abitudini e la sua postazione di lavoro.
La postura dell’ individuo, soprattutto quella della testa, ci aiuta a prendere i parametri di montaggio nella sua posizione naturale, mentre le sue priorità visive ci permettono di scegliere la lunghezza del canale di progressione e la geometria.
Chiediamo al soggetto di indicarci il suo stile di vita, se trascorre più tempo all’ aperto, al chiuso o alla guida e tutte le informazioni necessarie per scegliere la lente più adatta alle sue necessità.
Allo stesso modo, è importante considerare la calzata dell’ occhiale indossato e l’ altezza di centratura.
Tutte queste considerazioni influiscono sulle aree di visione delle lenti e sul risultato finale, quindi sulla facilità di adattamento e sulla soddisfazione del portatore.
Un’ altra cosa di cui tenere conto è la lunghezza delle braccia perché in base a quella cambia la distanza di lettura.
Le persone alte di solito hanno le braccia più lunghe, quindi nella loro posizione naturale tengono un testo scritto ad una distanza maggiore dagli occhi.
Al contrario le persone basse hanno in media le braccia più corte, perciò quando leggono hanno il testo più vicino agli occhi.
Queste caratteristiche vanno considerate nella scelta della distanza di lettura su cui progettare l’ area per vicino della lente, nella scelta dell’ inset e dell’ addizione.
Se il soggetto ha una foria o una tropia, aggiungeremo un prisma alla lente multifocale, ottenendo una lente progressiva prismatica.